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AI Technology

AI chatbot, la rivoluzione di internet come lo conosciamo

Le star del momento, sotto i riflettori del nuovo palcoscenico tecnologico (o forse sarebbe meglio definirlo campo di battaglia), sono OpenAI con il suo ChatGPT-4, Google con Bard e Microsoft con BingAI e Copilot.

Come saprete, si tratta di programmi LLM (Large Language Model), un modello di linguaggio composto da una rete neurale contenente molti parametri (stiamo parlando di miliardi o più), addestrata su grandi quantità di testo, che si evolve facendo uso dell’ apprendimento auto-supervisionato.

Questi strumenti di intelligenza artificiale sono sistemi di completamento automatico, allenati a prevedere quale parola seguirà la successiva in una data frase. Essi non hanno un database di fatti di riferimento a cui attingere, ma hanno solo sviluppato la capacità di scrivere affermazioni che risultino plausibili alla lettura. Questo significa che possono presentare informazioni false come se fossero verità, solo perchè suonano plausibili.

I vecchi tentativi di sviluppo di assistenti AI, come Siri di Apple e Alexa di Amazon, non hanno ottenuto grandi risultati, nonostante abbiano avuto oltre un decennio per svilupparsi ed evolversi (motivo per cui ora sono usati principalmente per impostare sveglie, riprodurre musica e inserire eventi sul calendario).

ChatGPT e Bard, invece, riconoscono e generano testo basandosi su enormi data set provenienti direttamente dal web. Sono quindi addestrati a produrre frasi come se fossero umani e proprio quì sta la loro forza, ciò che li rende molto più versatili e adatti all’utilizzo come assistenti effettivi (e non solo).

Sembra però che Microsoft non sia intenzionato a lasciare i gradini alti del podio agli altri due concorrenti troppo facilmente. Infatti ha già annunciato quella che sembra essere la rivoluzione di internet come lo conosciamo oggi, promettendo ai suoi utenti una nuova esperienza di navigazione sul Web e di ricerca delle informazioni online mediante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Gli utenti potranno chattare con il suo motore di ricerca Bing allo stesso modo di ChatGPT, facendo domande e ricevendo risposte in linguaggio naturale.

A questo punto viene da chiedersi però se questa nuova modalità di ricerca assistita dalle intelligenze artificiali possa avere l’effetto di sbilanciare l’ecosistema della rete. Infatti, la selezione e l’estrazione delle informazioni dal web, da parte delle AI, senza che gli utenti facciano clic sulla fonte, danneggia il paradigma di ricerca che mantiene in vita molti siti.

Voi cosa ne pensate?

Comment (1)

  1. Ecco perchè Google ci ha mentito sul Progetto Gemini 1.0 - likablehair
    11/12/2023

    […] andrà a sostituire PaLM 2 (l’attuale modello alla base degli strumenti AI di Google, tra cui Bard). Essendo il nuovo arrivato destinato a diventare il “cervello” di Google Bard, risulta […]

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